A testa alta Daria, dipendente in sala slot, esprime tutte le sue preoccupazioni ed altro…

“Mi chiamo Daria e ho 21 anni, lavoro in una sala slot da 3 anni circa. In queste settimane vista la situazione moltissime persone hanno criticato il nostro settore di lavoro, addirittura mi sono sentita dire “fossi in te io con questo lavoro non dormirei la notte” oppure “ma cambia lavoro che non ti porta a nulla di buono” e invece grazie a questo lavoro ho avuto molte soddisfazioni, sia personali che lavorative. Amo il mio lavoro e non sapete quanto mi manca, quanto mi mancano i nostri clienti che non sono solo clienti ma con il tempo sono diventati amici, sono parte di noi, molte persone giudicano il nostro settore senza sapere l’impegno costante che ci mettono in primis i titolari e i dipendenti, di quanto cerchiamo di prenderci sempre cura dei nostri clienti, di farli sentire coccolati e di dare sempre il meglio di noi. In questo momento siamo stati messi da parte, non sappiamo quando o addirittura se torneremo mai al lavoro ed è straziante, quasi il nostro nemmeno viene considerato un lavoro, quasi sembriamo dei “criminali” quando non è così, provate a mettervi nei nostri panni per un minuto, siamo persone che vogliono essere ascoltate in questo momento, vogliamo essere considerati! Vogliamo tornare a svolgere il nostro lavoro con amore, passione e in piena sicurezza!”.

A testa alta Fabrizio, titolare di un’agenzia di scommesse Planetwin365, sfoga la sua delusione per la mancata riapertura del settore.

“Mi chiamo Fabrizio, ho fatto tanti sacrifici per aprire la mia attività di scomesse con la compagnia Planetwin365 sita a Palermo. Volevo dire semplicemente due cose, ho perso tutto grazie a questo governo incapace. Mi sono indebitato per aprire la mia attività, ho due bambini da mandare avanti e una moglie. Perchè tutte le istituzioni ci hanno abbandonati?”.

A testa alta Annalisa, dipendente in sala giochi a Casamassima (BA), scrive per chiedere la ripartenza del comparto.

“Mi chiamo Annalisa, ho 34 anni e lavoro in una sala giochi sita a Casamassima in provincia di Bari. Trovo davvero ingiusto trattare il gioco legale come fosse un modo per delinquere, è incoerente accanirsi con i dipendenti che lavorano onestamente e legalmente, mentre lo Stato sovvenziona il gioco del lotto, il superenalotto e i vari gratta e vinci. Non si deve e non si può annientare il libero arbitrio di un giocatore, alcuni stati membri riprenderanno con l’attività, il 14 giugno in Romania e dal 15 in Germania fatta eccezione di Berlino. Noi lavoratori italiani non possiamo rischiare di perdere il nostro posto di lavoro solo per il capriccio di alcuni politici”.

A TESTA ALTA. “Un paese che non scommette è un paese che muore”. La lettera di Armando, dipendente in una società del settore gaming

“Inizio con un ringraziamento alla vostra società che ha sempre portato informazione nel settore, e in questi giorni di chiusura (credo che renda meglio di Lockdown), ha contribuito a portare un minimo di evidenza ad un settore coperto dalla vergogna popolare. Lavoro in una società del settore Gaming con una funzione di staff e per consuetudine lavorativa sono abituato a cercare, insieme al problema, la migliore soluzione possibile; ho compreso e condiviso le chiusure nel momento emergenziale, ho compreso la necessità superiore della salute pubblica, rispetto a quella del business, ma ora non posso non notare come unica motivazione al perdurare della serrata, una volontà politica di palese avversità al settore.

Caro Governo, mi piacerebbe aver voce per ricordare che noi tanti, troppi, dipendenti da te ignorati, lavoriamo seriamente e con dignità per società che dietro severi controlli di serietà morale e imprenditoriale, hanno ottenuto una concessione statale, con pesanti obblighi e impegni. Siamo stati additati come il male della società dimenticando sempre e regolarmente di aggiungere, quando si parla del settore gioco, la parola legale come suffisso che ci contraddistingue e impegna. Solo raramente si è citato il fatto che, laddove si aprivano sale dedicate al gioco legale, il settore illegale perdeva terreno e quote. Quasi mai si è parlato della professionalità e e della grande qualificazione del personale dipendente sempre attento alla tutela del giocatore. Il settore non ha mai protestato veramente contro l’indice puntato, ma in questo particolare momento fatico a comprendere, da dipendente, le sue moderate proteste.

Se è vero che un atto di forza del singolo Presidente del Consiglio è ampiamente giustificato e consentito dalla Costituzione e dalla gravità della situazione sanitaria dei giorni scorsi, è altrettanto vero che ridottasi questa esigenza, siamo usciti dal contesto emergenziale per radicarci stabilmente in un ambito strutturale; le misure che le attività hanno assunto come protocolli, rivestono carattere di stabilità idonee a fronteggiare questa e/o future situazioni simili. Sono nate figure specifiche nella sanificazione, il Covid Manager (meglio sarebbe stato chiamarlo Manager di emergenze sanitarie) e sono stati conseguentemente studiati ed applicati seri e rigorosi Protocolli efficaci a garantire la massima sicurezza possibile di noi lavoratori e dei clienti. Il settore ha proposto accessi contingentati, macchine maggiormente distanziate, sanificazione etc. rendendo di fatto il rischio contagio uno dei più bassi e controllabili tra le attività aperte al pubblico, pertanto ora cosa ci impedisce di tornare a lavorare?

Direi semplicemente una volontà politica ed in quanto tale, esula dai DPCM che hanno valore legale sono per ragioni di estrema urgenza in ambito di Ordine Pubblico o Emergenza Sanitaria, e non per ragioni politiche. Caro Governo che hai fatto di un emergenza sanitaria un’opportunità di propaganda (in maniera illegittima), ti vorrei rammentare che tu ora stai scommettendo, stai scommettendo sulla pelle di chi onestamente ha investito sulla sua professionalità, stai scommettendo su oltre 100.000 famiglie che da mesi sopravvivono di assistenza, famiglie che ambiscono solo al legittimo rispetto delle regole per vivere dignitosamente del proprio lavoro e non di assistenza. Caro Governo, chiudo ricordandoti che un paese che non sa scommettere è un paese morto. Lo studio è una scommessa, chi sa a 14 anni quale sarà la professione del futuro? L’impresa è una scommessa, ci si investe senza certezza; il matrimonio e la famiglia sono scommesse sul futuro, in tutto questo tu, caro Governo, stai barando, stai cambiando le regole senza logica e legittimità favorendo solamente attività illegali che stanno tornando a fiorire, sembra tu voglia ergerti a moralista e giustiziere senza rinunciare per primo a privilegi e disparità che ti allontanano dai cittadini, quei cittadini che vogliono legittimamente ed onestamente soltanto riniziare a lavorare in sicurezza”.

Considerazioni personali 

Forse Daria, 21 anni, anche se è solo da tre anni che lavora in una sala slot, non conosce le storie che ho pubblicato su questo blog e sul nostro forum https://sosgiocodazzardo.forumfree.it/ o non si è mai posta il problema delle persone che si sono rovinate col gioco d’azzardo.

Lei lo vede come un lavoro e basta.

Fabrizio lo stesso, è un imprenditore che ha perso tutto, come tantissimi altri imprenditori.

Ma anche lui si è mai posto il problema delle persone rovinate dal gioco d’azzardo ?

Anche per lui è un business e basta.

Mi dispiace anche per Annalisa, dipendente , come tanti.

Quasi tutti abbiamo avuto problemi in questi tre mesi di lockdown.,ma il gioco d’azzardo non è una priorità.

Le sale slot, le sale scommesse, sono attività commerciali come tutte le altre che hanno subito dei danni enormi a causa del Covid 19.

Il gioco d’azzardo non è un bene di prima necessità .

Mi dispiace anche per Armando, altro dipendente di sala giochi, che dice “Un paese che non scommette è un paese che muore”.

Ma anche un paese che scommette muore, o meglio muore una fetta di persone, economicamente, affettivamente, fisicamente.

Mi dispiace per imprenditori e dipendenti, ma molto spesso nessuno si è preoccupato della sorte delle persone che si sono rovinate con il gioco d’azzardo, anche se questo aspetto viene spesso negato e sottovalutato.

Quindi adesso dobbiamo rimboccarci tutti le maniche, e sperare che tutto questo finisca al più presto.

Questo non è demonizzare il gioco legale, e tutta la filiera che ci gira intorno, ma onestamente quante persone hanno lucrato sulla pelle dei giocatori ?
Quanti si sono preoccupati se un lavoratore, un pensionato,una casalinga si sputt…nava tutti i soldi al gioco d’azzardo?
Io credo nessuno. Quindi adesso per cortesia, mettetevi in fila come tutti e aspettate che le condizioni di lavoro migliorino per tutti, anche per il comparto del gioco d’azzardo “legale “


tratto da Jamma.it

2 pensieri su “A testa alta Daria, dipendente in sala slot, esprime tutte le sue preoccupazioni ed altro…

  1. Ma con che faccia e con quale coscienza si può affermare che “un paese che non sa scommettere è un paese morto. Lo studio è una scommessa, chi sa a 14 anni quale sarà la professione del futuro? L’impresa è una scommessa, ci si investe senza certezza; il matrimonio e la famiglia sono scommesse sul futuro, in tutto questo tu, caro Governo, stai barando, stai cambiando le regole senza logica e legittimità favorendo solamente attività illegali che stanno tornando a fiorire, sembra tu voglia ergerti a moralista e giustiziere senza rinunciare per primo a privilegi e disparità che ti allontanano dai cittadini, quei cittadini che vogliono legittimamente ed onestamente soltanto riniziare a lavorare in sicurezza”
    Io dico che tutto questo è a dir poco VERGOGNOSO, che sia gioco legale o illegale la cosa grave è che c’è chi guadagna e pensa di farlo anche onestamente, dalla disgrazia di altri che si rovinano per il gioco, perdendo tutto quello che hanno, non solo tutti i soldi, ma quello che è più grave perdendo la stima e la fiducia e il rispetto dei famigliari, il rispetto per se stessi, le relazioni, portando famiglie alla disperazione più totale, perché di fronte alla dipendenza dal gioco, così come dall”alcool e dalla droga, non si guarisce mai e non contano più i sentimenti, gli affetti più stretti, le persone più care … Come si può paragonare il matrimonio al gioco d’azzardo? Oppure il futuro di un adolescente pieno di sogni? … è vero che nessuno può garantire che un matrimonio funzioni o quello che sarà del nostro futuro, quindi certo bisogna essere sempre pronti a correre dei rischi, ma quando in una coppia oppure in un giovane ci sono la fiducia e il rispetto si possono correre tutti i rischi onestamente … io purtroppo non posso più godere di questa fiducia e non potrò più riaverla per mio marito a causa di questo business dell’azzardo ed io e mio marito non potremo più essere una coppia serena, non potremo più esserlo!!! Io sono la moglie di un giocatore e URLO VERGOGNA allo Stato e a tutti coloro che hanno fatto un business della disgrazia del gioco d’azzardo, di quella orrenda malattia che ha trasformato una parola bellissima che è GIOCO in un DRAMMA senza fine! VERGOGNA a tutti coloro che non si rendono conto del dolore e della miseria causata, del dramma che vivono i giocatori e le loro famiglie … vittime di questo vergognoso business! Ma è possibile che tutto questo possa essere considerato legale? MA IN CHE STATO VIVIAMO? Di cosa stiamo parlando? I proprietari di sale giochi si permettono di dire che “coccolano e si prendono cura dei loro clienti” … io direi che invece si prendono cura solo dei loro sporchi interessi, anche a costo di rovinare per sempre la vita dei loro AMATI GIOCATORI mentre non fanno altro che accompagnarli alla DISTRUZIONE GIORNO DOPO GIORNO, giocata dopo giocata …
    Questi sarebbero “quei cittadini che vogliono legittimamente ed onestamente soltanto riniziare a lavorare in sicurezza”??
    Una moglie molto arrabbiata e delusa

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  2. Elisabetta , ha perfettamente ragione,
    Per lo stato, per le lobby,per tutta la filiera, è solo un business, un lavoro.
    E poco importa se le persone si “DISTRUGOGNO “.
    A loro, per lo meno.
    Per familiari, moglie , figli, ecc, la situazione è molto diversa.
    Un saluto.

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