Ultimamente scrivo poco.. leggo poco.. accedo pochissimo al forum… ma non perché abbia dimenticato o voglia dimenticare… no no no… non accedo per altri motivi, essenzialmente perché ho il tempo “ridotto”…
Però oggi rientro in punta di piedi… niente manie di grandezza, ma semplicemente per cercare di lasciare scritto che se si vuole, ci si riesce. 4 anni sono passati da quando presi il coraggio e trovai la forza di dire basta!
Non ce la facevo più a mentire a tutti, in primis a me stesso.
Balle grosse come una casa che un giocatore sa costruire ad hoc, sa tenere “vive” e soprattutto dopo un po’ si autoconvince che quella balla sia la realtà.
Ma nell’intimo sappiamo che stiamo dando solo credito ad un mostro.. un mostro che ci mangia dentro, ci fa cambiare come persone, ci fa fare continuamente cazzate! Sono passati 4 anni da quando arrivai a casa dal lavoro e piansi.

Piansi parecchio davanti a mia moglie, quasi incredula, mentre le dicevo tutto, soprattutto che avevo sperperato i nostri risparmi.
Sono passati 4 lunghi anni. 4 anni della vita in cui sono rinato.
Sono rinato come uomo, come padre, come marito.
Non sono un uomo perfetto e mai lo sarò. Ho tanti difetti e pochi pregi.
Però una cosa di me stesso l’apprezzo: la forza di volontà!
E’ anche grazie a questa che ho preso la decisione di non cercare di raschiare ulteriormente il fondo di un barile che sinceramente era già bello che grattato ed usurato.
Eh si, perché il fondo io l’ho toccato.
Forse non è stato il livello massimo (o dovrei dire minimo?) di fondo raggiungibile, ma questo ora non lo so dire.
Però posso dire che quando mi sono fermato, stavo rasentando la disperazione.
Poi un percorso lungo di ristrutturazione interna ed esterna, un percorso difficile e a tratti di difficile gestione. Perché quando per 20 anni hai determinate abitudini, occorre lavorare tanto su se stessi.
Proprio le abitudini sono quelle con cui si fanno i conti nell’immediato “dopo”.
Ho dovuto e cercato di modificare proprio queste. Luoghi in primis, ma anche tante persone.
Ci si accorge e ci si rende conto che tante cose che sembravano indispensabili, diventano effettivamente superflue.
Certo è che occorre prendere tanti accorgimenti per non ricadere, occorre razionalizzare meglio certi aspetti e momenti della vita che prima si prendevano un pochino più alla leggera.
Ricadere… bella sfiga! Io mi reputo fortunato.
Fenomeni veri e propri di craving non li ho avuti.
Forse sono stato pure bravo a gestire le situazioni e non farmeli capitare.
Ma sono fermamente convinto che ci voglia un minimo di buona sorte per evitarli. La buona sorta… altra questione delicata…
Quella che comunemente chiamavo “fortuna” ho imparato nel tempo a chiamarla “casualità”.
Almeno per quel che ho vissuto direttamente, la “fortuna” non mi ha mai sfiorato, di certo non mi ha mai portato particolari benefici (leggasi vincite), anzi.
E ad oggi non so se è stato meglio così. Fatto sta che nel gioco la “casualità” spesso la fa da padrone.
Solo dopo ho capito che tante volte ci si affida alla “buona sorte” e spesso, se non sempre, veniamo affondati!
Non sono quello che fa le guerre allo Stato perché incentiva il gioco, non sono quello che dice che il mondo è pieno di offerta.. e quindi l’offerta, superando nettamente la domanda, conquista sempre più utenti.
Spesso proprio chi dovrebbe tutelare i cittadini, fa di tutto per mettere questi alle strette.
Troppo frequenti sono le pubblicità televisive, i media ci bombardano continuamente sollecitando il nostro appetito con possibilità di vincite irreali, i locali oramai sono intasati di slot, su ogni sito internet c’è un link a qualche sito di gioco online, ecc.ecc.
Forse sarebbe il caso che anche lo Stato rivedesse un po’ i propri “abusi di potere”, ma non ne faccio un caso politico. Purtroppo si deve imparare (magari a proprie spese come nel mio caso) a stare lontani dai luoghi maledetti, sia reali che virtuali.
Ci si deve/dovrebbe proteggere, ma se non ci caschi dentro, difficilmente si percepisce il pericolo.
Non so se definirmi dall’altra parte o se considerarmi “fuori pericolo”.
Non credo che un giocatore patologico riesca a definirsi tale.
Però nel tempo ho imparato ad alzare delle barriere che mi proteggono da alcune insidie.
Continuo con la mia personale e difficile evoluzione di uomo non-giocatore.
4 anni… mi considero vivo, anzi rinato.
E questo è il più grande traguardo che ho raggiunto!
Un abbraccio.

TESTIMONIANZA TRATTA DAL FORUM DEL CESTEP

Sono un ex giocatore d’azzardo, c’è stato un periodo della mia vita , dove per un paio d’anni , l’unica attività a cui mi dedicavo era il gioco d’azzardo,trascurando il lavoro, la famiglia,ingannando tutti e facendo una marea di debiti.Oggi posso dire di esserne uscito fuori, grazie sopratutto all’aiuto della persone care che mi stavano vicino, e che tutto sommato, nonostante abbia procurato loro, una serie di disagi, e una vita sull’orlo della povertà, mi hanno aiutato a sconfiggere il demone del gioco d’azzardo.Non bisogna meravigliarsi, se una persona cade nelle spire del gioco .Questa dipendenza non risparmia nessun ceto, nessuna posizione sociale.Alcuni sperano di arrotondare le entratealtri giocano a dismisura perchè ne hanno la possibilità economica,Ma a lungo andare la morale è una sola IL BANCO VINCE SEMPRE SE TI E’ CAPITATO DI GIOCARE PIU’ DEL PREVISTO… SE IL GIOCO TI STA CREANDO PROBLEMI FAMILIARI, ECONOMICI, SOCIALI…. SE PENSI CHE UN TUO CARO POSSA AVERE PROBLEMI COL GIOCO…. PENSACI E FATTI AIUTARE PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI… Un pò della mia storia . Nella mia follia da giocatore , che ormai , per fortuna è solo un brutto ricordo, posso tranquillamente testimoniare, che cadere nelle spire del gioco, è un attimo, e puo’ capitare indistintamente a tutti. Si comincia quasi sempre per curiosità, per capire come mai tante persone stanno li, incollate a quelle stupide scatole di latta luminose, a buttare dentro monete, ad inveire, a bere, per poi mollare per due minuti, tenendo la slot rigorosamente occupata col pacchetto delle sigarette, o con le chiavi della macchina, uscire fuori dal bar, o dalla sala, fumare una sigaretta in quattro boccate, e poi tornare dentro e continuare a giocare. Mi sono chiesto <> Poi un bel giorno, tanto per provare, ho avuto la di vincere con un solo euro, circa 400 €. Da li è cominciato tutto, prima saltuariamente, e vincevo. Poi sempre più di frequente, e continuavo a vincere. Con il passare del tempo era diventata un’abitudine, giornaliera, anzi , diciamo pure che passavo tutto il tempo possibile nei bar, o nelle sale da gioco. Mi sono reso conto di aver toccato il fondo,quando non avevo più un soldo disponibile per poter giocare, non mi interessava altro. Quando mi sono mangiato praticamente tutto : i risparmi della banca, il tfr e tre o quattro carte revolving, il prestito fatto in banca per risanare i debiti. Il gioco ti consuma a poco a poco, e finchè ci sarà benzina da bruciare, si va avanti a giocare. Poi un bel giorno si smette, perchè si finisce la benzina, o perchè ci si rende conto di avere un problema serio. Tornare a casa sempre nervoso,ansioso, e cercare di nascondere a tutti, in qualche modo le malefatte, cercare mille scuse per uscire, per continuare ad andare a giocare,inventare le bugie più assurde per giustificare le uscite, rubare i soldi in casa , o farseli prestare da amici, per giocare. Ma ci rendiamo conto di dove eravamo/ero arrivato ??? Quindi signori miei, per me , da un paio di anni è scattato un unico imperativo. GAME OVER Un saluto e una buona lettura a tutti .cropped-heming6.jpg

testimonianza